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Tonalità, luminosità e saturazione

Ogni “colore” è costituito da tonalità, luminosità e saturazione.
La tonalità è un colore “puro”, con una sola lunghezza d’onda all’interno dello spettro ottico — in pittura il colore “puro” è senza aggiunta di pigmenti bianchi o neri — della luce.
La luminosità specifica la quantità di bianco o di nero presente nel colore percepito. La saturazione è la misura della purezza, dell’intensità di un colore.

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Del “far con le mani”

Il lavoro lento, fatto bene e rispettoso dei tempi giusti… Per riscoprire il “fare”, che è creazione e poiesis, ovvero poesia.
Dunque l’artigianalità è lavoro e, insieme, poesia. Una poesia speciale, esclusiva, che ha qualcosa in più…
Artigianalità che è spontaneità e bellezza del “far con le mani”, come scriveva Giorgio Vasari.

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Ricostruire memorie, rivelare emozioni…

Tra le “cose” ritrovate di Antonio sono particolarmente interessanti alcuni libri tenuti insieme da una sottile striscia di cuoio.
Colpiscono certi passi sottolineati, a volte accompagnati da note a margine tracciate a matita con una grafia morbida e leggermente inclinata a destra. Sono pezzi di vita, ricostruiscono memorie, rivelano emozioni, concetti, immagini.
C’è la definizione di calzolaio contenuta nel “Libro delle arti e dei mestieri” — edito da G.B. Paravia nel 1874 — di Antonino Parlato che dice così:

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La temperanza, la sobrietà, la parsimonia

Antonio Brunello aveva una famiglia numerosa e unita, dedita al lavoro, come ce n’erano tante a quei tempi. Si viveva con poco e non c’erano pretese. Vite scarne e rigorose come la natura alpina.
In un vecchio libro di geografia scolastica — ritrovato tra i suoi effetti personali “conservati” assieme a buste, documenti, cartoline e vecchi quaderni di scuola — sono state sottolineate in modo significativo queste espressioni che meglio di tante parole legano tempo e spazio — oltre a storia e, appunto, a geografia — alla dimensione esistenziale: “nei piccoli paesi, si sa, si vive con poco e di poco” e “la temperanza, la sobrietà, la parsimonia sono doti naturali e amabili, virtù che costano sforzi e privazioni”.

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L’applicazione della forza minima

Ho provato a immaginare il maestro Bernardo davanti agli strumenti del suo lavoro. L’ho immaginato chino a risuolare, con gli occhiali sulla punta del naso, i chiodi in bocca e un berretto scuro in testa che gli scivola sulla fronte fin quasi a coprirgli gli occhi.
Che spettacolo vedergli muovere con rapidità le dita divergendo il pollice e l’indice fino a formare un angolo retto.

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In bottega ogni lavoro

In bottega ogni lavoro doveva essere ben fatto. Dalla cucitura, in pochi anni, si passò alla chiodatura e il martello per piantare e schiodare i chiodi — che potevano essere di varie misure e venivano ribattuti sul treppiede o piede di ferro, attrezzo a tre forme per suola, mezzasuola e tacco — diventò tra i principali protagonisti nell’ambito degli strumenti di lavoro.

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La sùbia, strumento imprescindibile

Per chi lavorava nella bottega di Bernardo la sùbia — che nel linguaggio tecnico si chiama ina ed è il tipico attrezzo utilizzato da calzolai e sellai per forare e cucire il cuoio — era uno strumento imprescindibile. Composto da un manico e da punteruolo di metallo ricurvo, riusciva a forare il cuoio di tomaia e suola e poi a unirlo saldamente come un corpo unico.
Sembra impossibile oggi pensare a quante cose si riuscivano a fare con questo attrezzo che non mancava mai nelle frugali famiglie legate al lavoro della terra.

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Antonio Brunello e la bottega del calzolaio Bernardo

Quando Antonio Brunello entrò per la prima volta nella bottega del calzolaio Bernardo era il 1906 e aveva circa dodici anni. Era accurato, diligente, attento a quello che faceva e dotato di una manualità sorprendente.
Aveva un gioioso bagliore negli occhi e un certo modo di tirare l’angolo della bocca che poteva sembrare un sorriso.

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Dal latino commodĭtas -atis

Il sostantivo femminile ‘comodità’ deriva dal latino commodĭtas -atis e riesce a dare l’idea dell’essere comodo, del comfort, della funzionalità, di qualcosa di positivo che rende la vita quotidiana più agevole, più comoda, più leggera, più lieve, più… semplice. Perché la comodità dà un senso di benessere e deve essere (e risultare) immediata, elementare, essenziale, sobria…

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Un comfort che dura tutto il giorno

Le calze Hygge Spirit hanno un design ergonomico studiato per dare libertà alle dita dei piedi. Sono calze di alta qualità che riescono a dare complezza al comfort che ci si aspetta da tutta la nostra gamma di calzature eco-friendly BIOLINE®.

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