
L’applicazione della forza minima
Ho provato a immaginare il maestro Bernardo davanti agli strumenti del suo lavoro. L’ho immaginato chino a risuolare, con gli occhiali sulla punta del naso, i chiodi in bocca e un berretto scuro in testa che gli scivola sulla fronte fin quasi a coprirgli gli occhi.
Che spettacolo vedergli muovere con rapidità le dita divergendo il pollice e l’indice fino a formare un angolo retto.
Bernardo impugna il martello tenendo il pollice sul lato del gambo, in modo da guidare l’attrezzo. L’avambraccio diventa un’estensione del manico e il gomito serve da perno per descrivere un arco.
Immaginandolo nella mia mente, riesco a intuire — quasi a “vedere”, come se arrivasse il bagliore di un lampo a illuminare ciò che è lì da sempre… — che il punto di partenza del controllo fisico è dato dal calcolo e dall’applicazione della forza minima.
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