
Ricostruire memorie, rivelare emozioni…
Tra le “cose” ritrovate di Antonio sono particolarmente interessanti alcuni libri tenuti insieme da una sottile striscia di cuoio.
Colpiscono certi passi sottolineati, a volte accompagnati da note a margine tracciate a matita con una grafia morbida e leggermente inclinata a destra. Sono pezzi di vita, ricostruiscono memorie, rivelano emozioni, concetti, immagini.
C’è la definizione di calzolaio contenuta nel “Libro delle arti e dei mestieri” — edito da G.B. Paravia nel 1874 — di Antonino Parlato che dice così: “Il calzolaio à l’artigiano che fa e vende scarpe, pianelle, stivali, stivaletti, gambiere, e simili. Chi di noi non è entrato più volte nella bottega del calzolaio, e non l’ha visto seduto sul suo sgabello starsi al banco o deschetto a fare il suo lavoro? Dopo aver scelta la forma di legno a norma della giusta misura presa sul nostro piede, comincia egli dal tagliare secondo tal forma le pelli col trincetto, batte in sul sasso col martello il cuoio bagnato, cui tira ed allunga colle tanaglie e monta i tomai e le suole sulle forme. Poscia fasciatosi il dosso della mano col manale, cuce collo spago impeciato lo stivale o la scarpa bucandola colla lesina, e tenendola ferma sul ginocchio col pedale; colle forbici ne taglia gli spaghi, ne raffila le orlature ed i cinturini, ed alluccica colla mazza la superficie ed il margine del suolo e del tacco. Così finita la scarpa, non resta che calzarla col corno ricurvo…”