Il cavallino, manto del puledro
Il “cavallino” costituisce la pelle integrale e non sbiancata proveniente dalla mucca, mantenendo comunemente la pigmentazione originale dell’animale.
L’appellativo deriva dalla sua similitudine con il manto del puledro. È possibile tingere il “cavallino” per replicare l’aspetto di pellicce come quella del pony, della zebra o, appunto, della mucca…
Nella società Zulu dell’Africa meridionale, la pelle bovina ha avuto un ruolo multifunzionale nel corso della storia, ma di recente è stata limitata principalmente all’uso in contesti cerimoniali.
Ad esempio, veniva impiegata nella fabbricazione degli scudi Ngoni e nella confezione dell’isidwaba, una tipica gonna tradizionale. Gli uomini utilizzavano l’ibeshu, un pezzo di pelle di vitello, per coprire i glutei, mentre l’umutsha, legato al corpo mediante una cintura di cuoio bovino, svolgeva una funzione simile. L’iphovela, un copricapo realizzato in pelle bovina, e l’ishoba o umshokobezi, un ornamento a coda trapuntata, trovavano impiego come decorazioni per braccia o gambe.